Territorio

Tomba di giganti di Atzadalai

La Tomba dei giganti di Atzadalai è situata in una zona collinare nelle vicinanze del paese, nell’omonima località. Durante i lavori di bonifica del sito sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti a diverse epoche storiche. Della tomba rimangono visibili alcune pareti, che permettono di identificare chiaramente la struttura funeraria. L’altopiano circostante ha restituito, inoltre, vari manufatti, tra cui menhir, asce, raschiatoi, schegge e piccoli idoli femminili, risalenti a partire dal V millennio a.C.

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Villaggio-santuario Abini

Il villaggio di Abini rappresenta un antico centro nuragico composto da capanne circolari e altre strutture di forme differenti, che sono state conservate nel tempo grazie alla vegetazione che ha protetto le costruzioni. Al suo interno è presente un’area sacra, comprendente un pozzo utilizzato per i riti religiosi durante l’età del Bronzo e quella del Ferro. Tra i reperti rinvenuti vi sono bronzetti votivi e altri oggetti, che confermano l’importanza del sito sia per la spiritualità che per la vita sociale delle comunità che lo frequentavano. Il luogo era meta di pellegrini e di abitanti locali, come testimoniano le tracce delle pratiche religiose svolte sul sito.

Villaggio nuragico di S’Urbale

A circa due chilometri da Teti si trova il villaggio nuragico di S’Urbale, composto da capanne disposte a pianta circolare, scoperte nel XIX secolo. Le abitazioni, costruite con blocchi di granito, presentano un focolare centrale e piccoli vani destinati alla conservazione di utensili e provviste. Alcune strutture presentano tracce di argilla e sughero, un elemento distintivo rispetto ad altre abitazioni simili rinvenute in altre parti dell’isola. Sebbene il villaggio non conservi un nuraghe visibile, nelle vicinanze si trovano i nuraghi di Istei, Funtana Bona, Alineddu e Turria, di cui sono ancora osservabili alcune parti delle strutture.

Chiesa di San Sebastiano

La Chiesa di San Sebastiano, costruita in epoca medievale e successivamente modificata, è una struttura che presenta una sola navata. La facciata, semplice e arricchita da un piccolo rosone e da un campanile a vela. Gli interni della chiesetta, semplici e suggestivi, ospitano altari in muratura e una statua di San Sebastiano, che rende la struttura un simbolo della tradizione locale. La festa in onore del santo, che si tiene alla fine di agosto, è un evento molto sentito dalla comunità.

Chiesa di Santa Maria della Neve

La chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve, edificata prima del XVII secolo, ha sostituito una chiesa più antica dedicata a San Giovenale. La struttura è composta da tre navate e presenta una facciata rinascimentale, con un massiccio campanile che domina il panorama del paese. In cima a Punta Sa Marghine, la montagna più alta della zona, si trova una statua della santa a cui è intitolata la Chiesa, simbolo della devozione della comunità. La festa patronale, celebrata il 5 agosto, è un’occasione di grande rilevanza per la comunità e si caratterizza per cerimonie religiose, degustazioni di prodotti locali e spettacoli serali.

Insediamento nuragico di Monte Su Ballu

L’insediamento nuragico di Monte Su Ballu si trova su un’altura che offre un ampio controllo visivo sul territorio circostante. Questo sito è una delle numerose testimonianze della presenza nuragica nel territorio di Teti. La scelta della sua collocazione elevata non era casuale: la posizione garantiva una visibilità strategica, utile sia per la difesa che per la gestione delle risorse. Sebbene il sito mostri i segni del tempo, conserva ancora elementi che permettono di ricostruire, almeno in parte, le abitudini e le tradizioni delle popolazioni che vi abitavano.

Centro urbano

Il centro storico di Ortueri conserva ancora oggi tratti distintivi della tradizione architettonica e culturale sarda. Le strette vie e le piazze acciottolate si alternano con antichi edifici in pietra, che testimoniano la vita quotidiana di un passato remoto. La chiesa parrocchiale, punto di riferimento religioso del paese, si trova nel cuore del centro, mentre le abitazioni tradizionali in pietra sottolineano l’identità rurale del luogo che perdura fino ai giorni nostri. Il centro storico riflette un equilibrio armonioso tra antico e moderno, mantenendo viva la memoria di generazioni passate.

Localita' di Erriu

La località di Erriu ha restituito numerosi reperti che documentano la presenza e le attività delle antiche popolazioni. Tra i ritrovamenti figurano laterizi, pesi da telaio, macine e frammenti di contenitori usati per la conservazione degli alimenti. Questi oggetti testimoniano l’attività delle popolazioni nel settore della lavorazione dei tessuti, della macinazione dei cereali e nella conservazione delle derrate. Inoltre, l’area presenta vestigia che suggeriscono la presenza di popolazioni anche in epoca romana, arricchendo la conoscenza delle dinamiche culturali e commerciali del passato.

Petra Litterada

La necropoli di Petra Litterada, situata a circa tre chilometri da Ortueri, è uno dei principali siti archeologici della Sardegna romana. Scoperta nella prima metà del XXI secolo, la necropoli ha restituito una quantità significativa di reperti, tra cui un’epigrafe funeraria datata alla fine del I secolo o all’inizio del II secolo d.C. Tra i ritrovamenti spicca una pietra dedicata agli dei Mani, che indica la continuità delle pratiche religiose romane anche in Sardegna. I reperti rinvenuti a Petra Litterada contribuiscono significativamente alla comprensione della vita e delle pratiche funerarie dell’epoca.

Trigaccori

Trigaccori è una località archeologica che ha restituito importanti testimonianze della presenza romana e bizantina. Tra i reperti più significativi si trovano frammenti di ceramica e altri materiali che attestano l’attività quotidiana degli abitanti. I ritrovamenti di ceramica decorata, databili ai secoli VII e VIII, indicano una continuità abitativa anche in epoca bizantina. Sebbene il sito sia stato parzialmente danneggiato dal tempo e dai saccheggi, offre un prezioso contributo alla comprensione della storia e delle tradizioni locali.

Complesso megalitico Biru e’ Concas

Il parco archeologico di Biru ‘e Concas ospita il più grande raggruppamento di menhir del Mediterraneo, con circa duecento massi scolpiti e levigati, risalenti al Neolitico e all’Eneolitico. Questi monumenti megalitici, originariamente disposti in cerchi, allineamenti e coppie, simboleggiano la fertilità e la divinità madre. Accanto ai menhir, sono visibili tracce di capanne circolari, probabilmente appartenenti a un villaggio nuragico, e due nuraghi: uno a corridoio e il maestoso Talei. La vicinanza a una sorgente e la presenza di un dolmen suggeriscono una connessione con culti antichi, legati probabilmente alle acque e alle pratiche religiose del Neolitico e dell’età del Bronzo.

Protonuraghe Talei

Il sito di Talei è caratterizzato da un protonuraghe e dai resti di un villaggio circostante. Il protonuraghe, costruito con pietre di granito locale e addossato a una sporgenza rocciosa, presenta una pianta allungata e curvata. Al suo interno si trova un corridoio centrale che attraversa l’intera struttura, con ingressi contrapposti a nord e a sud. L’ingresso sud conduce a un corridoio che si espande in una camera, originariamente coperta da una struttura a dorso di asino, che ne evidenzia la funzione difensiva e residenziale.

Tomba di giganti Serrazzargiu

La Tomba dei giganti di Serrazzargiu si trova a circa 6 chilometri da Sorgono. La struttura, di forma semicircolare, conserva ancora la parte sinistra, realizzata con grandi blocchi che si riducono progressivamente man mano che si allontanano dall’ingresso. Quest’ultimo presenta una peculiarità, una sagomatura che si pensa fosse destinata a contenere una pietra ornamentale. La camera funeraria, costruita con blocchi di granito finemente sagomati e supportati da zeppe, è circondata da lastre che probabilmente costituivano la copertura. Sul lato occidentale è visibile un muro perimetrale che si congiunge con la struttura formando quasi un angolo retto. Durante i lavori di pulitura del sito, sono stati rinvenuti frammenti di ceramica nuragica e romana, suggerendo un possibile riutilizzo del monumento anche in epoca romana.

Nuraghe Crebos

Il Nuraghe Crebos, eretto in granito, domina la vallata circostante, offrendo una vista che si estende fino al Santuario di San Mauro. Il nome “Crebos”, che significa “cervi”, si lega alla storica presenza di cervi sardi, documentata da vari riferimenti storici, e ai bronzetti raffiguranti questi animali ritrovati nelle vicine tombe dei giganti e all’interno del nuraghe stesso. Tali oggetti, simbolo di un culto associato alla fertilità e alla caccia, erano di fondamentale importanza per le popolazioni neolitiche. Da qualsiasi punto del percorso che porta al nuraghe, guardando verso sud, è possibile scorgere in lontananza la sagoma del Nuraghe Nolza di Meana Sardo.

Nuraghe Terriscana

Il Nuraghe Terriscana è un esempio di nuraghe monotorre, costituito da una torre centrale e una camera interna, la quale è dotata di almeno una nicchia. La costruzione in granito conferisce alla struttura una robustezza che si addice alla durevolezza tipica delle opere nuragiche. Il vano scala, situato probabilmente nel corridoio che segue l’ingresso, suggerisce una divisione della torre in più piani. Le nicchie nella camera, inoltre, potrebbero indicare un uso rituale o funzionale della struttura.

Nuraghe e villaggio Iscàlas

I resti del Nuraghe Iscàlas, costruito interamente in granito, sono parziali, ma ancora riconoscibili. Le fondamenta e alcuni tratti delle mura di quella che doveva essere la sua forma originaria sono visibili. Nelle vicinanze, si trovano anche i resti di un villaggio, che testimoniano la presenza di un insediamento abitativo risalente a tempi antichissimi. I resti architettonici e i materiali rinvenuti offrono uno spunto utile per ricostruire le abitudini quotidiane delle popolazioni che abitavano l’area. Inoltre, nei pressi del nuraghe, è presente una Tomba dei Giganti, che si data all’epoca prenuragica della Sardegna.

Tomba di giganti Su Ebregargiu

La Tomba di Giganti di Su Ebregargiu è un monumento funerario preistorico, costruito in granito e caratterizzato da una struttura isodoma, ovvero realizzata con blocchi di pietra di dimensioni simili. La sua forma semicircolare circonda una camera centrale, che veniva probabilmente utilizzata per sepolture collettive. Questo tipo di monumento riflette l’importanza delle sepolture collettive nell’antichità, ma anche le capacità avanzate degli artigiani nuragici nell’organizzare e realizzare questi complessi megalitici.

Area Funtana Morta

La Tomba di Giganti di Funtana Morta, che prende il nome dai resti di una fontana situata nella zona, presenta una struttura semicircolare che circonda la camera funeraria, costruita con grandi blocchi di pietra eretti verticalmente. La parte destra della struttura è parzialmente conservata, mentre della parte sinistra rimangono solo pochi blocchi. L’ingresso, di forma quadrangolare, è costituito da due stipiti verticali che sostengono un architrave, una trave orizzontale in pietra. La camera funeraria ha una pianta rettangolare, ma risulta parzialmente ingombra dai materiali derivanti dal crollo del tetto, testimonianza della sua antichità e del passare del tempo su questo sito.

Area Calamaèra

Il Nuraghe Calamaera, situato in una zona collinare a 545 metri di altitudine, è una struttura monotorre costruita interamente in granito. La pianta esterna è vagamente circolare e, sebbene il monumento sia quasi completamente distrutto, alcuni resti sono ancora visibili. Grandi blocchi di granito, parzialmente sbozzati, sono disposti in modo irregolare. Questi frammenti forniscono un’importante testimonianza della tecnica costruttiva dei nuragici, che dimostra la solidità delle loro strutture e l’adattamento ai materiali locali. Tuttavia, il sito ha subito un notevole deterioramento nel corso dei secoli.

Area Ruina Chesos

La Tomba di Giganti di Ruina Chesos è una struttura megalitica in granito, caratterizzata da conci lavorati a dentellatura. La camera funeraria, lunga 2,55 metri, è un esempio significativo di architettura preistorica sarda e dimostra l’abilità costruttiva dell’epoca. Usata per sepolture collettive e riti funerari, evidenzia l’importanza simbolica dei luoghi di sepoltura. Il sito di Ruinacchesos, associato alla cultura di Ozieri, è rilevante per la concentrazione di ossidiana, sia come scarti di lavorazione che come strumenti finiti, confermando la sua importanza come centro di produzione e scambio.

Area Lattarasiddu

Il territorio di Area Lattarasiddu, storicamente noto per la coltivazione della vite, presenta caratteristiche ambientali e climatiche che rendono la zona particolarmente favorevole alla viticoltura. La combinazione di suoli fertili, un clima favorevole e un’esposizione al sole ottimale contribuiscono alla qualità delle uve, rendendo quest’area ideale per la produzione di vino. La tradizione vitivinicola di quest’area affonda le radici nei secoli ed è ancora oggi un elemento fondamentale della cultura agricola locale.

Intr’Errios

Intr’Errios è una zona archeologica di grande interesse, in cui sono stati rinvenuti reperti che coprono un ampio arco temporale, dal periodo prenuragico all’Alto Medioevo. Questi ritrovamenti attestano la lunga continuità abitativa e l’evoluzione delle popolazioni che hanno abitato la regione, riflettendo le trasformazioni culturali e sociali nel corso dei secoli. L’area offre una visione complessa delle dinamiche storiche, dalla preistoria all’epoca medievale, rivelando la ricchezza del patrimonio archeologico e il valore storico del territorio.

Villaggio nuragico di Su Nuratze

Il villaggio nuragico di Su Nuratze, situato sulla collina omonima, è un importante sito archeologico. Gli scavi effettuati a fine del XXI secolo hanno portato alla luce numerosi resti, tra cui capanne di diverse planimetrie, circondate da lastre di pietra disposte verticalmente. All’interno di queste strutture sono stati trovati focolari, abbondanti resti ceramici, oggetti metallici e manufatti in osso. La posizione strategica del villaggio e la presenza di materiale votivo nelle vicinanze suggeriscono una forte connessione con pratiche religiose e cultuali, arricchendo il valore storico e culturale del sito.

Area Abbagàdda

Il Nuraghe di Abbagadda è situato in un’area omonima dalla natura collinare, adibita al pascolo e alla viticoltura. La struttura presenta un ingresso che immette in un andito con copertura a solaio piano, conducendo a una camera senza copertura e dotata di tre nicchie. La torre principale, alta sei metri, è costruita con granito di medie dimensioni disposti a filari irregolari, con l’uso di zeppe come materiale di supporto. Un aspetto particolare del monumento è che i massi erano originariamente ricoperti da uno strato di argilla per proteggerli dall’umidità e dalle intemperie. A circa duecento metri a sud del Nuraghe si trova la Tomba dei Giganti di Abbagadda, parzialmente distrutta da scavi clandestini, ma ancora visibile nella sua camera funeraria. Due blocchi interrati, probabilmente appartenenti alla struttura, sono visibili vicino al sito.

Centro urbano

Belvì, situato nella Barbagia di Belvì, è un borgo sardo con una storia che risale al Neolitico, come attestato dalle domus de janas nel territorio. Nel XIV secolo, faceva parte del giudicato d’Arborea. Oggi, il paese è noto per il suo centro storico ben conservato e per il Museo di Scienze Naturali, che espone una vasta collezione di minerali, fossili e reperti naturalistici.

Località Textile

La località di Textile si distingue per la sua ricca biodiversità e per la presenza di formazioni rocciose uniche. La zona è caratterizzata da cavità naturali e crepe nelle rocce, habitat ideali per piante rare come il leccio (Quercus ilex), una specie che solitamente cresce a quote più basse. Oltre alla vegetazione tipica della macchia mediterranea, il sito ospita piante risalenti a epoche geologiche antiche. Tra le particolarità naturali, spicca una formazione rocciosa calcarea, la cui forma caratteristica, simile a un fungo, e le pareti verticali molto ripide, ne fanno un elemento distintivo del paesaggio. La roccia che compone questa formazione è estremamente resistente, e grazie a questa caratteristica, si è conservata intatta nonostante l’erosione che ha interessato le zone circostanti. Dal punto di vista archeologico, il sito ha restituito tracce risalenti al Neolitico, all’epoca Nuragica e all’epoca Romana, confermando l’importanza storica e strategica della zona in diverse fasi della storia.

Nuraghe Nolza

Il Nuraghe Nolza è un complesso nuragico di tipo quadrilobato, composto da una torre centrale circondata da bastioni e quattro torri laterali. La disposizione simmetrica delle torri, che si estendono in quattro direzioni, conferisce al nuraghe una struttura difensiva e complessa. Le torri principali, situate a nord e a est, sono costruite in pietra scistosa, mentre quelle a ovest e a sud sono state aggiunte successivamente, utilizzando un tipo di pietra differente. A testimonianza dell’importanza di questo sito, si trovano anche i resti di un insediamento circostante, che evidenziano la centralità del sito nell’antichità e il suo ruolo come punto di riferimento nelle pratiche socio-culturali del tempo.

Località Su Casteddu

La località di Su Casteddu rappresenta un affascinante punto di interesse culturale e naturale. La zona è caratterizzata da falesie e creste rocciose, che si ergono come pinnacoli modellati dal tempo. Il panorama circostante offre magnifiche viste sulla gola del Flumendosa e sulla roccia di Su Campalini, creando un perfetto punto di osservazione. Questo sito, non solo geograficamente rilevante, conserva anche un forte valore simbolico e culturale, collegato alla tradizione pastorale e alla vita rurale della Sardegna.

Grotta de Perdu

La Grotta de Perdu, situata nell’area di Su Campanili, fa parte di un gruppo di grotte naturali e formazioni rocciose chiamate Is Breccas. Queste grotte, storicamente utilizzate dai pastori come rifugio, sono luoghi di grande valore culturale e simbolico. L’area circostante conserva tracce di un forte legame con la natura e con le tradizioni locali, che riflettono le pratiche di vita rurale tipiche della Sardegna. Le grotte, con la loro particolare conformazione, rappresentano non solo un rifugio fisico ma anche un elemento fondamentale della cultura e dell’identità storica delle comunità sarde.